THE FRIEND OF ANIMALS ONLUS
POVERO! SEMBRA UN ROBOT
E’ il grido di guerra dei seguaci della cinofilia new age, ma anche di alcune Sciuremarie lontanissime dal mondo cinofilo: di fronte a un cane ben addestrato, che lo incontrino per strada o ad una manifestazione, lo compiangono perché “sembra un robot” (o, in alternativa, “un cane da circo”) e magari sussurrano tutte tenere al loro chihuahua: “meno male che a te non è successo di finire in mani simili!” (mentre il chihuahua, da dentro la borsetta, pensa “Eh, no: sono finito in mano a te, porcaccia la miseriaccia zozza. La prossima volta nasco rottweiler, così forse mi dice meglio”). “Ultimamente non riesco proprio a mettere certe persone con cui ho a che fare nell’ordine di idee che un cane (un Malinois, nel mio caso) AMA lavorare. Ama imparare nuovi comandi, ama obedience, difesa ecc.” mi scrive un amico, chiedendomi un articolo su questo tema: io la accontento, ma so già di predicare nel deserto, perché intanto queste persone non cambiano idea neanche a martellate. La retorica dell’ammmoreee, diffusa a piene mani sia dalla cinofilia new age di cui sopra (quella buonista-gentilista-olistica-e-chi-più-ne-ha-più-ne-metta) che da gran parte del mondo animalista, prevede che il cane, per essere felice, debba essere coccolato e nulla più.Guai a farlo lavorare (sfruttamentoooo!), guai a chiedergli delle performance sportive (è robotizzatoooo!), guai a sgridarlo o a dirgli anche un semplice “NO!” (maltrattamentoooo!).I risultati li vediamo, ahimé, ogni santo giorno (e soprattutto li vede chi lavora con i cani): ormai non si contano più i cani schizzati, nevrotici, bombati di psicofarmaci e purtroppo, in molti casi, soppressi perché divenuti ingestibili. E’ l’unica conseguenza possibile del coccolamento coatto, perché il cane non è etologicamente predisposto a fare il peluche: lui è un cacciatore, un atleta, una “macchina da azione” che trova la sua massima espressione nella cooperazione con l’uomo (trattandosi di animale sociale che ha vissuto il processo di domesticazione) e non nel subire vocine, gridolini e pacioccamenti Molti cani ospiti di canili ringhiano non appena le umane cominciano a parlargli come si fa con i neonati, con le classiche vocine acute e piene di vocali (“tesoriiiiiiiino! Piccciiiiinooooo!”). Ovviamente la reazione delle sciure non è quella di pensare “Ops, forse dovrei cambiare atteggiamento”, ma quella di prodursi in un “poveriiiiinoooo! Ma perché fai cosìììì? Hai pauuuuuuuuuuraaaa?” (al che, sulla testa del cane, appare il fumetto con la scritta “Ma ci sei o ci fai?”. Ma loro non vedono neanche quella). In parte la responsabilità di questo dilagante modo di pensare è sicuramente degli attacchi portati da più parti all’addestramento tradizionale: fino a pochi anni fa, infatti (leggi: prima dell’avvento del business gentilista -buonista), un’esibizione di cani da lavoro veniva accolta con sentiti applausi e con una buona dose di invidia. Ciò che si sentiva ripetere più spesso a bordo campo non era “poverino, sembra un robot”, ma “accidenti, quanto vorrei che anche il mio cane fosse così bravo!”. Oggi è sicuramente più comodo pensare: “accidenti, darei un braccio perché il mio cane fosse così bravo, ma mi consolo pensando che per avere un cane così bravo lo si debba per forza maltrattare”. Peccato che non sia vero niente. La vera verità è che per avere un cane così bravo ci si deve impegnare, si deve lavorare, si deve costruire un rapporto che costa tanta fatica e anche un po’ di denaro.E’ sicuramente più facile schivarsi tutto questo e autoconvincersi che il cane sia più felice sul divano: peccato che il cane non sia felice neanche un po’… ma intanto non può parlare, non ce lo può dire. O meglio, lui ce lo dice: a modo suo. Ma la cinofilia new age ha la risposta pronta: “Noooo, non sei tu ad avere sbagliato: è il cane ad essere malato!” E se le malattie non ci sono, si inventano (scopiazzando da quelle, spesso altrettanto inventate, della psicologia umana: è iperattivo, ha un deficit di attenzione, manca di autocontrolli). E molto, troppo spesso si “curano” con gli psicofarmaci, sollevando così i proprietari da ogni responsabilità. Quello che avviene, papale papale, è il seguente percorso: prima ti convinco a rovinare il tuo cane andando contro tutto ciò che sono etologia, memoria di specie e memoria di razza; poi ti vendo (a caro prezzo) qualche lezione di (vera o presunta) rieducazione; poi, se non funziona, ti dico che non sei stato tu a rovinare il tuo cane, ma che il cane è malato e ha bisogno di pillolette miracolose (a caro prezzo). E intanto i “poveri robottini” continuano ad essere cani felici e realizzati, che non soddisfano soltanto l’ego dei loro proprietari
(come si sente ripetere ad oltranza), ma soddisfano soprattutto il proprio. E che per questo non hanno MAI bisogno di ricorrere alle pillolette, chissà per quale misterioso motivo
Chi non ha mai avuto problemi almeno una volta a richiamare il proprio cane? Solo
con il tempo e l'esperienza si imparano le tecniche che permettono di LIBERARE i
cani in assoluta tranquillità.Ricordate che i cani vanno liberati solo in luoghi
in cui è consentito farlo e dove non rechino alcun pericolo per nessuno; quindi
non liberateli sui marciapiedi, vicino alle strade o alle ferrovie. nei pressi
di scuole o asili o dove comunque c'è aggregazione di persone. Ricordatevi che a
qualcuno può dare fastidio e qualcun altro può addirittura avere paura e che
basta un nonnulla per provocare un incidente stradale dalle conseguenze
disastrose! Inoltre, liberiamo il nostro cane solo quando ci sentiamo sicuri di
poterlo fare. Se abbiamo il minimo dubbio meglio non farlo, il nostro cane sa
riconoscere la nostra sicurezza e legge alla perfezione i nostri stati d'animo.
Se ci dimostriamo insicuri o ansiosi, per lui non siamo credibili. Saper
richiamare il proprio cane è davvero un'arte, e come tale nasconde i sui metodi.
Non si deve dimenticare che bisogna conoscere le caratteristiche della razza che
possediamo, capire che rapporto instaurare con lui e capire il nostro meticcio
(modello unico, lo preferisco) e nel limite del possibile con l'aiuto di esperti
dedurre quali incroci vi potrebbero essere. Questo perchè ogni razza ha una
propria caratteristica, una propria tempra e cosi via...., .
con il tempo e l'esperienza si imparano le tecniche che permettono di LIBERARE i
cani in assoluta tranquillità.Ricordate che i cani vanno liberati solo in luoghi
in cui è consentito farlo e dove non rechino alcun pericolo per nessuno; quindi
non liberateli sui marciapiedi, vicino alle strade o alle ferrovie. nei pressi
di scuole o asili o dove comunque c'è aggregazione di persone. Ricordatevi che a
qualcuno può dare fastidio e qualcun altro può addirittura avere paura e che
basta un nonnulla per provocare un incidente stradale dalle conseguenze
disastrose! Inoltre, liberiamo il nostro cane solo quando ci sentiamo sicuri di
poterlo fare. Se abbiamo il minimo dubbio meglio non farlo, il nostro cane sa
riconoscere la nostra sicurezza e legge alla perfezione i nostri stati d'animo.
Se ci dimostriamo insicuri o ansiosi, per lui non siamo credibili. Saper
richiamare il proprio cane è davvero un'arte, e come tale nasconde i sui metodi.
Non si deve dimenticare che bisogna conoscere le caratteristiche della razza che
possediamo, capire che rapporto instaurare con lui e capire il nostro meticcio
(modello unico, lo preferisco) e nel limite del possibile con l'aiuto di esperti
dedurre quali incroci vi potrebbero essere. Questo perchè ogni razza ha una
propria caratteristica, una propria tempra e cosi via...., .
"THE FRIEND OF ANIMALS" CENTRO CINOFILO Guido 3888777362
UN PICCOLO AIUTO PER CHI VUOLE ADOTTARE UN CANE
"E’ sempre stato dolcissimo, ma oggi mi ha mostrato i denti: è forse impazzito?"
Di email come queste, disperate e soprattutto sconcertate, ne ricevo davvero
molte: quasi sempre riferite a cani adottati al canile, che per qualche giorno
(o settimana, o mese) sembrano veri angioletti con le ali e poi, di colpo,
sembrano trasformarsi in pelosi Mr. Hide. Che è successo? Il cane "aveva finto"
di essere buono, come sostiene qualcuno? Il cane "è impazzito, oppure ha
bevuto",
Niente di tutto questo: semplicemente, è finita la luna di miele (la
definizione non è mia, l’ho letta su FB e l’ho subito rubata perché esprime
perfettamente il concetto). Ovvero: il cane ha acquisito certezze e sicurezze, ha capito di essere
arrivato in un porto sicuro e di aver trovato il suo branco definitivo… solo che
in questo branco manca un leader, quindi lui ritiene suo preciso dovere assumere
il ruolo vacante.
Evitino pure di leggere questo articolo (oppure lo leggano e poi mi diano la
loro spiegazione alternativa) coloro che negano le gerarchie, o che sostengono
che non ne esistano tra cane e uomo: perché la mia, di spiegazione, è
esattamente questa.
Il cane adottato, spesso coperto di coccole e di ammmmore senza che gli venga
proposta alcuna regola, per i primi tempi sta ben abbottonato perché ancora non
ha chiara la propria posizione: sarà qui di passaggio? Deve aspettarsi qualche
brutta sorpresa da un giorno all’altro? Verrà inserito in questo branco oppure
lo cacceranno?
Ancora confuso e preoccupato, lui si limita ad osservare e "prender nota" di
ciò che succede: si comporta sempre educatamente perché si ritiene "in visita"
ad un gruppo sociale diverso dal suo, quindi ne rispetta tutti i componenti, non
alza mai troppo la cresta, non si permette di "dire la sua".
Una volta assodato che da lì non verrà scacciato, che quella è proprio casa
sua e che gli umani che lo circondano sono i membri del suo branco definitivo,
le cose cambiano radicalmente e lui comincia a cercare il proprio ruolo e a
cercare di individuare la propria posizione gerarchica: e se ha intorno persone
troppo permissive, del tipo "tutte coccole e distintivo", comincia anche a
pensare che quel branco abbia bisogno di qualcuno capace di dettare le regole…
perché le regole DEVONO esistere, in un branco come si deve.
Un branco senza regole, un branco anarchico, in natura non può sopravvivere
(e il cane, di non essere più "in natura" da migliaia di anni, non lo sa). E’
sempre il solito discorso della socioreferenza: il cane vuole sapere chi è, chi
sono le persone con cui vive e quali sono i compiti di ognuno (soprattutto il
suo). Ma attenzione… il ruolo di "prendicoccole e basta" non esiste proprio
nella sua memoria di specie. Così come non concepisce l’esistenza del ruolo di
"dispenser di coccole e bocconcini". Per questo cerca di rimettere a posto le
cose: anche con le maniere forti, se ritiene che ce ne sia bisogno (o se gli
umani non capiscono i suoi segnali più soft).
Ma perché avviene tutto questo?
Semplice: perché noi umani pensiamo che "basti l’ammmore". E se non lo
pensavamo da soli, ci hanno pensato magari i volontari del canile a convincerci.
Volontari che a volte affidano cani difficili a persone inesperte, o che non si
accorgono neppure di avere per le mani un cane difficile perché anche nello
stesso canile, molto spesso, i cani si comportano come "ospiti rispettosi" e non
lasciano trapelare il loro vero carattere. Ma poco cambia, perché in ogni caso
vi diranno che "basterà amarlo tanto, trattarlo bene, tenerlo "come un figlio"…
e tutto andrà a posto". Anche quando vi hanno rifilato una specie di mostro di
Lochness a quattro zampe.
Da parte nostra, inoltre, c’è quello che io chiamo "effetto crocerossina" e
che ci coinvolge un po’ tutti: perché il cane del canile viene automaticamente
abbinato, dalla mente umana, al termine poverino. Poverino, è stato abbandonato.
Poverino, l’hanno maltrattato. Poverino, era in galera innocente, ma adesso noi
gli restituiremo tutto ciò che gli è stato tolto dalla cattiveria umana. E
siccome noi siamo gli angeli salvatori, ci aspettiamo anche che il cane ci sia
riconoscente per tutto ciò che abbiamo fatto e che stiamo facendo per lui:
l’abbiamo liberato, gli stiamo offrendo cibo, coccole, un posto sicuro (e tanto
ammmmore, ovviamente!).
Perché mai non dovrebbe amarci a sua volta, anzi adorarci, e soprattutto
rispettarci? Insomma… che cavolo vuole, di più, di noi?
La risposta è difficile da capire per chi tende ad antropomorfizzare il cane,
ovvero ad attribuirgli sentimenti umani. Eppure è molto, ma molto semplice: il
cane non ci è riconoscente, semplicemente perché non ha la più pallida idea di
cosa sia successo. Non sa che siamo i suoi salvatori, non sa che ci sentiamo
tanto orgogliosi (perché ci sentiamo così, inutile negarlo) di aver fatto
"un’opera buona" togliendolo dalla "prigione".
Il cane non concepisce concetti antitetici come "famiglia vs canile", "umani
di buon cuore vs bastardi abbandonatori": lui vive ogni momento ed ogni ambiente
preoccupandosi solo: a) di sopravvivere; b) di adattarsi meglio che può ad ogni
situazione.
Ogni novità viene affrontata inizialmente con grande prudenza: il cane "sta
abbottonato", appunto, cercando di capire "come butta". Ma intanto osserva,
osserva, osserva: e registra tutto.
Una volta presa piena coscienza di come funzionano le cose, il periodo di
osservazione termina e inizia il processo adattativo: processo che, se il cane
ha buone doti caratteriali, potrà anche portarlo a decidere che è venuta l’ora
di tirar fuori gli attributi e di mettersi al comando del branco… perché di solo
ammmore non si campa. Ma proprio letteralmente: l’amore non serve alla sopravvivenza. Quindi ci può
anche stare, ma da solo non basta.
Un branco ha diversi compiti da svolgere: procurarsi il cibo, stabilire i
confini del proprio areale e poi difenderli, difendere i membri più deboli ma
anche quelli più importanti (a questo dedicherò un articolo a parte, perché ho
notato che c’è parecchia confusione sul "chi deve difendere chi"), instaurare
rapporti di coppia (per i cani del canile questo non sempre vale, visto che
solitamente vengono sterilizzati)… un sacco di cose, insomma, che non possono
certo limitarsi ad uno scambio di coccole.
Servono le gerarchie, intese come ruoli sociali: servono regole precise, come in ogni società che si rispetti.
Se non le trova, se nessuno gliele spiega perché siamo tutti impegnati a "far
dimenticare al poverino le brutte esperienze passate", il cane si sentirà in
dovere di stabilirle lui e di farle rispettare a modo suo.
Il che, a volte, si traduce in inaspettati conflitti e in cani che passano
bruscamente dal ruolo passivo a quello attivo, talora mostrando i denti e altre
volte rifiutandosi semplicemente di collaborare con chi non ritengono
all’altezza della situazione. In ogni caso, l’effetto è proprio quello di "fine luna di miele": il tenero
bamboccione prendicoccole si trasforma in un testone caparbio, in un cacciatore
incallito che non si fila più di pezza alcun richiamo, in un "mostro
irriconoscente" che osa metterla giù dura e ringhiare ai suoi angeli
salvatori.Ci sono molte possibili sfumature, ma il risultato è sempre quello:
gli umani si sentono in qualche modo traditi (a volte pure spaventati) e il cane
rischia addirittura di tornare in canile.
Tutto perché NOI ci siamo comportati in modo caninamente assurdo ed inconcepibile.
A TUTTI I CANI DI QUALSIASI RAZZA E TAGLIA VANNO DATE DELLE REGORE INSEGNANDO
LORO IL POSTO DI GERARCHIA CHE DEVONO MANTENERE
UN PICCOLO AIUTO PER CHI VUOLE ADOTTARE UN CANE
"E’ sempre stato dolcissimo, ma oggi mi ha mostrato i denti: è forse impazzito?"
Di email come queste, disperate e soprattutto sconcertate, ne ricevo davvero
molte: quasi sempre riferite a cani adottati al canile, che per qualche giorno
(o settimana, o mese) sembrano veri angioletti con le ali e poi, di colpo,
sembrano trasformarsi in pelosi Mr. Hide. Che è successo? Il cane "aveva finto"
di essere buono, come sostiene qualcuno? Il cane "è impazzito, oppure ha
bevuto",
Niente di tutto questo: semplicemente, è finita la luna di miele (la
definizione non è mia, l’ho letta su FB e l’ho subito rubata perché esprime
perfettamente il concetto). Ovvero: il cane ha acquisito certezze e sicurezze, ha capito di essere
arrivato in un porto sicuro e di aver trovato il suo branco definitivo… solo che
in questo branco manca un leader, quindi lui ritiene suo preciso dovere assumere
il ruolo vacante.
Evitino pure di leggere questo articolo (oppure lo leggano e poi mi diano la
loro spiegazione alternativa) coloro che negano le gerarchie, o che sostengono
che non ne esistano tra cane e uomo: perché la mia, di spiegazione, è
esattamente questa.
Il cane adottato, spesso coperto di coccole e di ammmmore senza che gli venga
proposta alcuna regola, per i primi tempi sta ben abbottonato perché ancora non
ha chiara la propria posizione: sarà qui di passaggio? Deve aspettarsi qualche
brutta sorpresa da un giorno all’altro? Verrà inserito in questo branco oppure
lo cacceranno?
Ancora confuso e preoccupato, lui si limita ad osservare e "prender nota" di
ciò che succede: si comporta sempre educatamente perché si ritiene "in visita"
ad un gruppo sociale diverso dal suo, quindi ne rispetta tutti i componenti, non
alza mai troppo la cresta, non si permette di "dire la sua".
Una volta assodato che da lì non verrà scacciato, che quella è proprio casa
sua e che gli umani che lo circondano sono i membri del suo branco definitivo,
le cose cambiano radicalmente e lui comincia a cercare il proprio ruolo e a
cercare di individuare la propria posizione gerarchica: e se ha intorno persone
troppo permissive, del tipo "tutte coccole e distintivo", comincia anche a
pensare che quel branco abbia bisogno di qualcuno capace di dettare le regole…
perché le regole DEVONO esistere, in un branco come si deve.
Un branco senza regole, un branco anarchico, in natura non può sopravvivere
(e il cane, di non essere più "in natura" da migliaia di anni, non lo sa). E’
sempre il solito discorso della socioreferenza: il cane vuole sapere chi è, chi
sono le persone con cui vive e quali sono i compiti di ognuno (soprattutto il
suo). Ma attenzione… il ruolo di "prendicoccole e basta" non esiste proprio
nella sua memoria di specie. Così come non concepisce l’esistenza del ruolo di
"dispenser di coccole e bocconcini". Per questo cerca di rimettere a posto le
cose: anche con le maniere forti, se ritiene che ce ne sia bisogno (o se gli
umani non capiscono i suoi segnali più soft).
Ma perché avviene tutto questo?
Semplice: perché noi umani pensiamo che "basti l’ammmore". E se non lo
pensavamo da soli, ci hanno pensato magari i volontari del canile a convincerci.
Volontari che a volte affidano cani difficili a persone inesperte, o che non si
accorgono neppure di avere per le mani un cane difficile perché anche nello
stesso canile, molto spesso, i cani si comportano come "ospiti rispettosi" e non
lasciano trapelare il loro vero carattere. Ma poco cambia, perché in ogni caso
vi diranno che "basterà amarlo tanto, trattarlo bene, tenerlo "come un figlio"…
e tutto andrà a posto". Anche quando vi hanno rifilato una specie di mostro di
Lochness a quattro zampe.
Da parte nostra, inoltre, c’è quello che io chiamo "effetto crocerossina" e
che ci coinvolge un po’ tutti: perché il cane del canile viene automaticamente
abbinato, dalla mente umana, al termine poverino. Poverino, è stato abbandonato.
Poverino, l’hanno maltrattato. Poverino, era in galera innocente, ma adesso noi
gli restituiremo tutto ciò che gli è stato tolto dalla cattiveria umana. E
siccome noi siamo gli angeli salvatori, ci aspettiamo anche che il cane ci sia
riconoscente per tutto ciò che abbiamo fatto e che stiamo facendo per lui:
l’abbiamo liberato, gli stiamo offrendo cibo, coccole, un posto sicuro (e tanto
ammmmore, ovviamente!).
Perché mai non dovrebbe amarci a sua volta, anzi adorarci, e soprattutto
rispettarci? Insomma… che cavolo vuole, di più, di noi?
La risposta è difficile da capire per chi tende ad antropomorfizzare il cane,
ovvero ad attribuirgli sentimenti umani. Eppure è molto, ma molto semplice: il
cane non ci è riconoscente, semplicemente perché non ha la più pallida idea di
cosa sia successo. Non sa che siamo i suoi salvatori, non sa che ci sentiamo
tanto orgogliosi (perché ci sentiamo così, inutile negarlo) di aver fatto
"un’opera buona" togliendolo dalla "prigione".
Il cane non concepisce concetti antitetici come "famiglia vs canile", "umani
di buon cuore vs bastardi abbandonatori": lui vive ogni momento ed ogni ambiente
preoccupandosi solo: a) di sopravvivere; b) di adattarsi meglio che può ad ogni
situazione.
Ogni novità viene affrontata inizialmente con grande prudenza: il cane "sta
abbottonato", appunto, cercando di capire "come butta". Ma intanto osserva,
osserva, osserva: e registra tutto.
Una volta presa piena coscienza di come funzionano le cose, il periodo di
osservazione termina e inizia il processo adattativo: processo che, se il cane
ha buone doti caratteriali, potrà anche portarlo a decidere che è venuta l’ora
di tirar fuori gli attributi e di mettersi al comando del branco… perché di solo
ammmore non si campa. Ma proprio letteralmente: l’amore non serve alla sopravvivenza. Quindi ci può
anche stare, ma da solo non basta.
Un branco ha diversi compiti da svolgere: procurarsi il cibo, stabilire i
confini del proprio areale e poi difenderli, difendere i membri più deboli ma
anche quelli più importanti (a questo dedicherò un articolo a parte, perché ho
notato che c’è parecchia confusione sul "chi deve difendere chi"), instaurare
rapporti di coppia (per i cani del canile questo non sempre vale, visto che
solitamente vengono sterilizzati)… un sacco di cose, insomma, che non possono
certo limitarsi ad uno scambio di coccole.
Servono le gerarchie, intese come ruoli sociali: servono regole precise, come in ogni società che si rispetti.
Se non le trova, se nessuno gliele spiega perché siamo tutti impegnati a "far
dimenticare al poverino le brutte esperienze passate", il cane si sentirà in
dovere di stabilirle lui e di farle rispettare a modo suo.
Il che, a volte, si traduce in inaspettati conflitti e in cani che passano
bruscamente dal ruolo passivo a quello attivo, talora mostrando i denti e altre
volte rifiutandosi semplicemente di collaborare con chi non ritengono
all’altezza della situazione. In ogni caso, l’effetto è proprio quello di "fine luna di miele": il tenero
bamboccione prendicoccole si trasforma in un testone caparbio, in un cacciatore
incallito che non si fila più di pezza alcun richiamo, in un "mostro
irriconoscente" che osa metterla giù dura e ringhiare ai suoi angeli
salvatori.Ci sono molte possibili sfumature, ma il risultato è sempre quello:
gli umani si sentono in qualche modo traditi (a volte pure spaventati) e il cane
rischia addirittura di tornare in canile.
Tutto perché NOI ci siamo comportati in modo caninamente assurdo ed inconcepibile.
A TUTTI I CANI DI QUALSIASI RAZZA E TAGLIA VANNO DATE DELLE REGORE INSEGNANDO
LORO IL POSTO DI GERARCHIA CHE DEVONO MANTENERE
Ogni volta che sento di orribili incidenti come quelli del
bimbo ucciso a Siena mi viene da pensare come mai le più elementari norme di
sicurezza non vengono rispettate. Poi vedo i servizi al telegiornale e capisco:
le informazione dei mass media sono fuorvianti se non errate. Le interviste agli
esperti vengono tagliate e vengono estrapolate frasi inutili e a volte persino
dannose senza che l'esperto di turno abbia la possibilità di rivedere il messaggio.
Scegliamo tutti poche frasi brevi e chiare da dire in questi casi a tutti, i vicini di casa,
i clienti dei nostri ambulatori, i proprietari che ci portano i cani per l'educazione:
1. I bambini piccoli non devono MAI essere lasciati soli con i cani,
qualsiasi cane: supervisione ATTIVA (stare a guardarli direttamente) e non
semplice presenza!
2. I cani devono essere socializzati fin da piccoli ai
diversi tipi umani, specialmente i bambini: cani poco socializzati sono un
grande rischio nelle famiglie con bambini
3. I cani paurosi devono essere
gestiti con la massima attenzione nelle famiglie con bimbi piccoli perché i
bimbi piccoli sono imprevedibili
4. Nessun atteggiamento aggressivo deve
essere sottovalutato: il ringhio fa parte della sequenza aggressiva e i bimbi
non possono capire che è un avvertimento quindi sono a maggiore rischio degli
adulti
NON DIMENTICHIAMO PERO' IL MESSAGGIO PRINCIPALE: I CANI SONO UN
ENORME ARRICCHIMENTO PER I BIMBI A PATTO CHE I GENITORI SIANO SEMPRE IL TRAMITE
TRA CANE E BIMBO.
bimbo ucciso a Siena mi viene da pensare come mai le più elementari norme di
sicurezza non vengono rispettate. Poi vedo i servizi al telegiornale e capisco:
le informazione dei mass media sono fuorvianti se non errate. Le interviste agli
esperti vengono tagliate e vengono estrapolate frasi inutili e a volte persino
dannose senza che l'esperto di turno abbia la possibilità di rivedere il messaggio.
Scegliamo tutti poche frasi brevi e chiare da dire in questi casi a tutti, i vicini di casa,
i clienti dei nostri ambulatori, i proprietari che ci portano i cani per l'educazione:
1. I bambini piccoli non devono MAI essere lasciati soli con i cani,
qualsiasi cane: supervisione ATTIVA (stare a guardarli direttamente) e non
semplice presenza!
2. I cani devono essere socializzati fin da piccoli ai
diversi tipi umani, specialmente i bambini: cani poco socializzati sono un
grande rischio nelle famiglie con bambini
3. I cani paurosi devono essere
gestiti con la massima attenzione nelle famiglie con bimbi piccoli perché i
bimbi piccoli sono imprevedibili
4. Nessun atteggiamento aggressivo deve
essere sottovalutato: il ringhio fa parte della sequenza aggressiva e i bimbi
non possono capire che è un avvertimento quindi sono a maggiore rischio degli
adulti
NON DIMENTICHIAMO PERO' IL MESSAGGIO PRINCIPALE: I CANI SONO UN
ENORME ARRICCHIMENTO PER I BIMBI A PATTO CHE I GENITORI SIANO SEMPRE IL TRAMITE
TRA CANE E BIMBO.
Leggo che molti spesso pensano che Hill's, bayer
o eukanuba sono ottime marche. Ecco sappiate che VI SBAGLIATE!!! COSTANO TANTO
MA FANNO SCHIFO!!! Guardate qui cosa combina la purina per sempio.....
.....Il Presidente dell'Associazione uff...iciale
americana per il controllo del cibo ha ammesso che sia pratica comune che i
corpi degli animali da compagnia morti per eutanasia siano utilizzati come
componenti del cibo secco sotto il nome di "carne e ossa".
Tutti i
seguenti prodotti della Purina per alimentazione canina cl'
ingredientengrediente "carne e ossa": Purina Dog Chow, Alpo dry dog food, Purina
Beneful, Purina Active Senior, Purina Fit & Trim, Purina Little Bites,
Purina Healthy Morsels.
Tutti i seguenti prodotti della Purina per
alimentazione felina contengono l'ingrediente "carne e ossa": Purina Cat Chow,
Friskies dry cat food.
Al di là dell'orrore di una simile pratica, il
fenobarbital, utilizzato per uccidere gli animali, rimane in quantità
significative nella carne degli animali. Inoltre, i cadaveri dei cani uccisi nei
canili sono inviati alle fabbriche e gettati nei macchinari che li triturano con
indosso i collari contro le pulci e le targhe identificative, quindi è tutto
questo che sarà usato per comporre i croccantini.
E' chiaro che la
Purina riesce a contenere i costi dei suoi prodotti usando ingredienti di
assolutamente bassa qualità, ma utilizzare animali provenienti dai canili è
ingiustificabile, come sono inaccettabili i problemi di salute che ciò può
causare.
(Ed ora capiamo anche perché, in America, non smetteranno mai
di uccidere gli animali nei canili, malgrado le contestazioni della
gente)...
Inoltre, la Purina sostiene la vivisezione producendo cibo
particolarmente studiato per gli animali da laboratorio: LabDiet.
Addirittura, nelle pagine web della LabDiet, si spinge a raccomandare le varie
razze che si adattano meglio alla sperimentazione animale.
Secondo loro,
i Beagles sarebbero compatibili con la sperimentazione a lungo termine, perché
"si adattano bene alla vita in gabbia".
I Greyhounds, dice la Purina, sono
"una scelta comune per la sperimentazione chirurgica".
Alla fine, la
compagnia asserisce che i cani sono molto popolari per la sperimentazine
animale, grazie "al loro temperamento e alla fedeltà ai loro custodi".
Queste le asserzioni di una Ditta che sostiene, addirittura, che gli animali da
compagnia siano la sua passione.
Come può la Purina affermare di essere
"appassionatamente impegnata a dare agli animali domestici una vita migliore",
mentre simultaneamente sostengono la vivisezione?
o eukanuba sono ottime marche. Ecco sappiate che VI SBAGLIATE!!! COSTANO TANTO
MA FANNO SCHIFO!!! Guardate qui cosa combina la purina per sempio.....
.....Il Presidente dell'Associazione uff...iciale
americana per il controllo del cibo ha ammesso che sia pratica comune che i
corpi degli animali da compagnia morti per eutanasia siano utilizzati come
componenti del cibo secco sotto il nome di "carne e ossa".
Tutti i
seguenti prodotti della Purina per alimentazione canina cl'
ingredientengrediente "carne e ossa": Purina Dog Chow, Alpo dry dog food, Purina
Beneful, Purina Active Senior, Purina Fit & Trim, Purina Little Bites,
Purina Healthy Morsels.
Tutti i seguenti prodotti della Purina per
alimentazione felina contengono l'ingrediente "carne e ossa": Purina Cat Chow,
Friskies dry cat food.
Al di là dell'orrore di una simile pratica, il
fenobarbital, utilizzato per uccidere gli animali, rimane in quantità
significative nella carne degli animali. Inoltre, i cadaveri dei cani uccisi nei
canili sono inviati alle fabbriche e gettati nei macchinari che li triturano con
indosso i collari contro le pulci e le targhe identificative, quindi è tutto
questo che sarà usato per comporre i croccantini.
E' chiaro che la
Purina riesce a contenere i costi dei suoi prodotti usando ingredienti di
assolutamente bassa qualità, ma utilizzare animali provenienti dai canili è
ingiustificabile, come sono inaccettabili i problemi di salute che ciò può
causare.
(Ed ora capiamo anche perché, in America, non smetteranno mai
di uccidere gli animali nei canili, malgrado le contestazioni della
gente)...
Inoltre, la Purina sostiene la vivisezione producendo cibo
particolarmente studiato per gli animali da laboratorio: LabDiet.
Addirittura, nelle pagine web della LabDiet, si spinge a raccomandare le varie
razze che si adattano meglio alla sperimentazione animale.
Secondo loro,
i Beagles sarebbero compatibili con la sperimentazione a lungo termine, perché
"si adattano bene alla vita in gabbia".
I Greyhounds, dice la Purina, sono
"una scelta comune per la sperimentazione chirurgica".
Alla fine, la
compagnia asserisce che i cani sono molto popolari per la sperimentazine
animale, grazie "al loro temperamento e alla fedeltà ai loro custodi".
Queste le asserzioni di una Ditta che sostiene, addirittura, che gli animali da
compagnia siano la sua passione.
Come può la Purina affermare di essere
"appassionatamente impegnata a dare agli animali domestici una vita migliore",
mentre simultaneamente sostengono la vivisezione?
Animali in condominio: vietato vietare è Legge per la Camera
La Camera ha approvato un'integrazione del Codice civile con la quale si stabilisce che "le norme del Regolamento condominiale non possono vietare di possedere o detenere animali domestici". Stop a liti e contenziosi ingiusti
Buone notizie per chi vive in condominio e ha o vorrebbe avere animali: da oggi nessun regolamento, amministratore o cittadino potrà impedire a un condomino di tenerne uno tra le pareti domestiche. Lo ha stabilito la Camera dei Deputati, approvando con voto pressoché unanime, un'integrazione all'articolo 1138 del Codice
Civile secondo la quale "le norme del Regolamento condominiale non possono vietare di possedere o detenere animali domestici".
Vittoria per le famiglie che vivono con quasi 20 milioni di quattro zampe, ma anche per tutti quelli che avrebbero
voluto averne ma non finora non avevano potuto per via di regolamenti condominiali interni, spesso aprioristici e datati.A festeggiare sono però in tanti, a partire dalla LAV che ha portato in Parlamento questa battaglia
iniziata nelle Assemblee condominiali e nei Tribunale, per una soluzione legislativa aldilà delle sentenze. L'Italia quindi adegua un'altra parte della propria legislazione ai principi contenuti nel Tratto Europeo che definisce gli animali esseri senzienti, e al Codice penale che punisce i loro maltrattamenti "Questo 'vietato vietare' è un
nuovo, concreto passo per porre fine a una discriminazione contro chi vive con animali domestici, una battaglia che per il diritto di proprietà sulle case aveva già visto schierarsi la Giurisprudenza, ma che vedeva ancora ben organizzata un vera e proprio animalofobia da condominio - ha detto Gianluca Felicetti, presidente della LAV - di fatto questo nuovo principio legislativo assicura anche la fine delle cause per il passaggio nelle scale e l'utilizzo degli ascensori da parte dei quattro zampe, una pace sociale che dovrà essere rispettata da tutti, senza alcun dubbio
interpretativo".
Buone notizie per chi vive in condominio e ha o vorrebbe avere animali: da oggi nessun regolamento, amministratore o cittadino potrà impedire a un condomino di tenerne uno tra le pareti domestiche. Lo ha stabilito la Camera dei Deputati, approvando con voto pressoché unanime, un'integrazione all'articolo 1138 del Codice
Civile secondo la quale "le norme del Regolamento condominiale non possono vietare di possedere o detenere animali domestici".
Vittoria per le famiglie che vivono con quasi 20 milioni di quattro zampe, ma anche per tutti quelli che avrebbero
voluto averne ma non finora non avevano potuto per via di regolamenti condominiali interni, spesso aprioristici e datati.A festeggiare sono però in tanti, a partire dalla LAV che ha portato in Parlamento questa battaglia
iniziata nelle Assemblee condominiali e nei Tribunale, per una soluzione legislativa aldilà delle sentenze. L'Italia quindi adegua un'altra parte della propria legislazione ai principi contenuti nel Tratto Europeo che definisce gli animali esseri senzienti, e al Codice penale che punisce i loro maltrattamenti "Questo 'vietato vietare' è un
nuovo, concreto passo per porre fine a una discriminazione contro chi vive con animali domestici, una battaglia che per il diritto di proprietà sulle case aveva già visto schierarsi la Giurisprudenza, ma che vedeva ancora ben organizzata un vera e proprio animalofobia da condominio - ha detto Gianluca Felicetti, presidente della LAV - di fatto questo nuovo principio legislativo assicura anche la fine delle cause per il passaggio nelle scale e l'utilizzo degli ascensori da parte dei quattro zampe, una pace sociale che dovrà essere rispettata da tutti, senza alcun dubbio
interpretativo".
RITROVAMENTO DI UN ANIMALE
In caso di ritrovamento di un cane seguire attentamente e con ordine le seguenti operazioni consigliate :
Subito (prassi d’obbligo) :
1) Cercare di trattenere il cane per impedirne l´allontanamento e contattare il Comune o la
Polizia Locale. SOLO durante la chiusura degli uffici comunali contattare il servizio Veterinario ASL al n. 0332.277.111 - centralino operante 24 ore e valido per tutta ... la provincia di Varese. Questo numero va chiamato anche in caso di animale ferito. Verrete messi in contatto con l´accalappiatore che dovrà arrivare sul posto entro 90 min. (*). Il cane accalappiato verrà portato al canile sanitario competente per territorio, dove è più probabile che il legittimo proprietario si rechi a cercarlo, in caso di animale smarrito. Chiedere di quale canile si tratta.
IN ALTERNATIVA portatelo da un veterinario per far controllare se ha il microchip e in caso positivo lo stesso potrà contattare il proprietario dell’animale (ogni veterinario ha l’obbligo di svolgere questo compito). Poichè per la privacy non potrete avere il nominativo del proprietario, se lo stesso non è rintracciabile telefonicamente avete due alternative: A) mandare il cane in canile seguendo la procedura al punto 1); B) tenerlo a casa e informare la Asl Veterinaria che provvederà a contattare il proprietario telefonicamente e, in seguito, per iscritto. Informate anche la Polizia Locale e il canile sanitario (Gallarate tel. 0331. per il distretto sud di Varese - Cittiglio 0332.626.190 per il distretto Nord).
Nel caso l’animale avesse un tatuaggio non inserito nella nuova anagrafe, chiamate il servizio veterinario ASL che provvederà a fare una ricerca nella vecchia anagrafe e contattare il proprietario. Se fosse sprovvisto di qualsiasi identificazione DOVETE applicare quanto al punto 1). Tenendo il cane a casa
impedirete di fatto al proprietario di rintracciarlo. Non cadete vittima della certezza di abbandono; la maggior parte dei cani nella nostra provincia sono smarriti - lo confermano le alte restituzioni -ca 75%, tra cui ancora parecchi cani non identificati ma cercati dai proprietari. Le mancate identificazioni
sono ancora frutto di ignoranza o di troppa sicurezza nel pensare di non smarrire mai il proprio cane.
Trattenere un animale senza porre in atto tutti gli atti descritti sopra, volti a rintracciare e restituire l´animale al proprietario, potrebbe configurarsi quale ipotesi di reato di appropriazione indebita
Subito (prassi d’obbligo) :
1) Cercare di trattenere il cane per impedirne l´allontanamento e contattare il Comune o la
Polizia Locale. SOLO durante la chiusura degli uffici comunali contattare il servizio Veterinario ASL al n. 0332.277.111 - centralino operante 24 ore e valido per tutta ... la provincia di Varese. Questo numero va chiamato anche in caso di animale ferito. Verrete messi in contatto con l´accalappiatore che dovrà arrivare sul posto entro 90 min. (*). Il cane accalappiato verrà portato al canile sanitario competente per territorio, dove è più probabile che il legittimo proprietario si rechi a cercarlo, in caso di animale smarrito. Chiedere di quale canile si tratta.
IN ALTERNATIVA portatelo da un veterinario per far controllare se ha il microchip e in caso positivo lo stesso potrà contattare il proprietario dell’animale (ogni veterinario ha l’obbligo di svolgere questo compito). Poichè per la privacy non potrete avere il nominativo del proprietario, se lo stesso non è rintracciabile telefonicamente avete due alternative: A) mandare il cane in canile seguendo la procedura al punto 1); B) tenerlo a casa e informare la Asl Veterinaria che provvederà a contattare il proprietario telefonicamente e, in seguito, per iscritto. Informate anche la Polizia Locale e il canile sanitario (Gallarate tel. 0331. per il distretto sud di Varese - Cittiglio 0332.626.190 per il distretto Nord).
Nel caso l’animale avesse un tatuaggio non inserito nella nuova anagrafe, chiamate il servizio veterinario ASL che provvederà a fare una ricerca nella vecchia anagrafe e contattare il proprietario. Se fosse sprovvisto di qualsiasi identificazione DOVETE applicare quanto al punto 1). Tenendo il cane a casa
impedirete di fatto al proprietario di rintracciarlo. Non cadete vittima della certezza di abbandono; la maggior parte dei cani nella nostra provincia sono smarriti - lo confermano le alte restituzioni -ca 75%, tra cui ancora parecchi cani non identificati ma cercati dai proprietari. Le mancate identificazioni
sono ancora frutto di ignoranza o di troppa sicurezza nel pensare di non smarrire mai il proprio cane.
Trattenere un animale senza porre in atto tutti gli atti descritti sopra, volti a rintracciare e restituire l´animale al proprietario, potrebbe configurarsi quale ipotesi di reato di appropriazione indebita
Addestramento di base
L'addestramento è una pratica indispensabile per educare il cane a convivere con il padrone e con l' ambiente che lo circonda. Cosa fondamentale è comunicare al cucciolo che il padrone è l'indiscusso "capo branco".
Tale addestramento comporta a chi possiede un cane, libertà di movimento tra le persone e gli altri animali, figuratevi un cane che in una situazione delicata (traffico, persone che hanno la fobia dei cani, aggressività ecc) non risponde agli ordini del padrone. A volte certe piccole disattenzioni o superficialità possono veramente evolvere in tragedie.
Primi passi
L'addestramento di un cucciolo, e questa è la prima regola, deve essere fatto in maniera tale da non stancare o stressare il cane altrimenti sarà molto difficile ottenere quanto ci siamo proposti.
Immaginiamo che abbiate appena portato a casa un bel cucciolo che avete comperato o che vi è stato regalato. Se non avete precedenti esperienze la cosa vi metterà un po' di agitazione, è normale, e vi porrete anche delle domande, molte domande. Cosa mangia, quanto mangia, cosa gli fa male, e le malattie, e le pulci, forse è pericoloso per i bambini... Insomma la vostra testa si riempirà di tante e tali domande che se in quel momento vi capitasse per le mani un veterinario potreste farlo impazzire. Ma l'importante è rimanere calmi ed anche se appena depositato sul tappeto del salotto il piccolo farà subito la pipì, e la cosa è molto probabile, cercate sempre di rimanere calmi. In fondo questa è la differenza fra un giocattolo ed un essere vivente. I giocattoli non fanno la pipì nel tappeto buono del salotto! Quindi il primo problema che vi si porrà è quello di educare il cucciolo a fare i suoi bisogni dove voi lo ritenete più opportuno, specialmente se lo tenete in casa o non disponete di un grande giardino. Innanzitutto dovete imparare queste due cose: in genere le feci vengono fatte dopo mangiato e prima di farle il cane assume uno strano atteggiamento di girotondo con il posteriore contratto. Imparerete presto a riconoscere questo inconfondibile atteggiamento e potrete prendere il cucciolo anzitempo e metterlo nel luogo deputato facendogli le dovute carezze. Dopo un po' il cane capirà che quello è il posto per fare i suoi bisogni e provvederà da solo. Voi dovrete solo tenere pulita la cassetta (il cane non andrà nella cassetta sporca). Sempre se lo tenete in casa dovrete stabilire da subito e per sempre quali sono le aree dove lui può stare e quelle invece dove non può entrare. Se voi state entrando in una stanza e volete che lui rimanga fuori dovete prima entrare voi e nel momento in cui il cucciolo sta per entrare dovete pronunciare un secco " NO!". Se lui tenta di entrare ugualmente perché ancora non conosce il significato del comando dovete impedire che entri parandolo con le mani e ripetendo "NO" fino a quando non rimarrà fuori in vostra attesa. Dopo qualche istante uscirete dalla stanza e vi mostrerete contenti del fatto che lui vi ha aspettato fuori ricompensandolo con biscottini o carezze. Ripetete l'esercizio più volte aumentando il tempo di intrattenimento nella stanza . Vedrete che non è difficile e che occorre soltanto un po' di pazienza. Come per i nostri bambini. Si, in un certo senso l'educazione di un cane è come l'educazione di un bambino (mi si perdoni il paragone). Una volta che il cucciolo non sporca più in casa e non entra dove non deve entrare (tempo stimato: 10 giorni) occorre abituarlo al guinzaglio (non prima dei tre mesi). Per prima cosa mettetegli un collarino ne troppo stretto da fargli male e nemmeno troppo largo da sfilarsi. Sicuramente la prima volta che lo aggancerete ad un guinzaglio più che a un cane il vostro cucciolo assomiglierà ad una trota che ha appena abboccato. Inizierà a tirare a destra e a manca e vi si infilerà fra le gambe facendovi persino correre il rischio di cadere. Se poi provate a tirarlo, ed è quello che dovrete fare, lo vedrete impuntarsi sulle quattro zampe tenendo il posteriore basso per aumentare il baricentro e opporre la massima resistenza raschiando il terreno con le unghie e divincolando il collo. Tipo la doma di un cavallo selvaggio! Ma non preoccupatevi il tutto durerà poco e sempre con la dovuta pazienza in una settimana potrete portalo praticamente ovunque.
Anzi ogni volta che vi vedrà con il guinzaglio in mano sarà molto felice perché sa che è l'ora della passeggiata.
Essendo un animale gregario il cane è naturalmente portato all'obbedienza verso il suo padrone. Una inclinazione naturale che però deve essere educata e rinforzata in rapporto all' indole del cane o agli usi a cui è destinato. Il bassotto, in particolare, ha bisogno di un certo rinforzo in quanto, come tutti i cani da caccia, ha un temperamento sanguigno e difficilmente controllabile in presenza di selvaggina, gatti od altri animali. E' bene mostrarsi sempre molto decisi nei comandi per ricordargli che siete voi il capobranco. La cosa più importante e basilare da far capire al vostro cane è che quando voi lo chiamate lui deve immediatamente correre da voi, qualunque cosa stia facendo in quel momento.Sembra una cosa ovvia e scontata ma vi assicuro che molti padroni non sono capaci di ottenere questa elementare prova di obbedienza dal proprio cane e per questo potrebbero un giorno patirne le conseguenze. Ogni volta che lo chiamate e lui viene da voi, lo dovete accarezzare, dimostrargli che siete contenti e dargli un piccolo premio.
Nelle situazioni in cui non vi sentite sicuri o volete insegnargli di stare vicino a voi, tenetelo sempre a guinzaglio in modo che il cane impari che in quella determinata circostanza e luogo lui deve stare vicino a voi. Ricordate che il guinzaglio non è solo una specie di corda che trattiene il cane, ma è uno degli strumenti fondamentali per l'addestramento. Quando il cane ha imparato a camminare al guinzaglio dovremo insegnargli a camminare al "piede" cioè a camminare vicino al nostro piede senza sopravanzarci. Dopo questo comando insegneremo il comando "seduto " che consiste nel fermarsi e sedersi. Per facilitare l'apprendimento è opportuno rinforzare il comando "seduto"con una pressione sul posteriore del cane in modo tale da indurlo a sedersi. Ripetere più volte l'esercizio ricompensando sempre il cane ogni volta che lo esegue ( IL CANE DEVE SEMPRE TENERE LA POSIZIONE AL NOSTRO FIANCO NON DI FRONTE). Passeremo poi all'esercizio di stare seduto anche quando noi ci allontaniamo. Per le prime volte, consiglio di legare il cane, in quanto l'istinto a seguire il padrone è molto forte (ed é normale). Per le prime volte ci allontaneremo dalla vista del cane,dandogli l'ordine perentorio di "resta", solo per pochi attimi, poi aumenteremo il tempo di assenza e successivamente potremo farlo a "cane sciolto".
Spesso l’addestramento di un cane viene interpretato come una sorta di scuola per imparare a fare giochi, esercizi come per l’agility o lavorICome il cane poliziotto. Và detto che quello è una parte dell’addestramento. Lo scopo principale è più vicino ad una guida di educazione. Un cane ben addestrato è più controllabile in situazioni difficili, è meno propenso a farsi prendere dal panico ed è un modo per insegnare loro a convivere con umani e altri cani.
E’ importante che l’educazione avvenga sin da cucciolo (già a 2/3 mesi i cani apprendono in maniera rapidissima) ed inizi non appena il cane entra in casa nostra.
Uno degli aspetti fondamentali è stabilire subito la gerarchia del “branco”. Il cane deve identificare il padrone come capobranco. Questo si può fare con delle semplici azioni come, ad esempio, far mangiare il cane dopo di noi, uscire per primi dalle porte. Fate attenzione che nella famiglia tutti abbiano un ruolo
nell’educazione del cucciolo. Cercate di comportarvi tutti nella stessa maniera, evitate che alcuni siano più rigidi e altri più accondiscendenti o che un familiare, per esempio, impedisca al cane di salire sul divano e un altro lo permetta, questo disorienterebbe il cane che non saprebbe a chi dare retta (con il risultato di ascoltare solo chi asseconda i suoi desideri).
L'addestramento è una pratica indispensabile per educare il cane a convivere con il padrone e con l' ambiente che lo circonda. Cosa fondamentale è comunicare al cucciolo che il padrone è l'indiscusso "capo branco".
Tale addestramento comporta a chi possiede un cane, libertà di movimento tra le persone e gli altri animali, figuratevi un cane che in una situazione delicata (traffico, persone che hanno la fobia dei cani, aggressività ecc) non risponde agli ordini del padrone. A volte certe piccole disattenzioni o superficialità possono veramente evolvere in tragedie.
Primi passi
L'addestramento di un cucciolo, e questa è la prima regola, deve essere fatto in maniera tale da non stancare o stressare il cane altrimenti sarà molto difficile ottenere quanto ci siamo proposti.
Immaginiamo che abbiate appena portato a casa un bel cucciolo che avete comperato o che vi è stato regalato. Se non avete precedenti esperienze la cosa vi metterà un po' di agitazione, è normale, e vi porrete anche delle domande, molte domande. Cosa mangia, quanto mangia, cosa gli fa male, e le malattie, e le pulci, forse è pericoloso per i bambini... Insomma la vostra testa si riempirà di tante e tali domande che se in quel momento vi capitasse per le mani un veterinario potreste farlo impazzire. Ma l'importante è rimanere calmi ed anche se appena depositato sul tappeto del salotto il piccolo farà subito la pipì, e la cosa è molto probabile, cercate sempre di rimanere calmi. In fondo questa è la differenza fra un giocattolo ed un essere vivente. I giocattoli non fanno la pipì nel tappeto buono del salotto! Quindi il primo problema che vi si porrà è quello di educare il cucciolo a fare i suoi bisogni dove voi lo ritenete più opportuno, specialmente se lo tenete in casa o non disponete di un grande giardino. Innanzitutto dovete imparare queste due cose: in genere le feci vengono fatte dopo mangiato e prima di farle il cane assume uno strano atteggiamento di girotondo con il posteriore contratto. Imparerete presto a riconoscere questo inconfondibile atteggiamento e potrete prendere il cucciolo anzitempo e metterlo nel luogo deputato facendogli le dovute carezze. Dopo un po' il cane capirà che quello è il posto per fare i suoi bisogni e provvederà da solo. Voi dovrete solo tenere pulita la cassetta (il cane non andrà nella cassetta sporca). Sempre se lo tenete in casa dovrete stabilire da subito e per sempre quali sono le aree dove lui può stare e quelle invece dove non può entrare. Se voi state entrando in una stanza e volete che lui rimanga fuori dovete prima entrare voi e nel momento in cui il cucciolo sta per entrare dovete pronunciare un secco " NO!". Se lui tenta di entrare ugualmente perché ancora non conosce il significato del comando dovete impedire che entri parandolo con le mani e ripetendo "NO" fino a quando non rimarrà fuori in vostra attesa. Dopo qualche istante uscirete dalla stanza e vi mostrerete contenti del fatto che lui vi ha aspettato fuori ricompensandolo con biscottini o carezze. Ripetete l'esercizio più volte aumentando il tempo di intrattenimento nella stanza . Vedrete che non è difficile e che occorre soltanto un po' di pazienza. Come per i nostri bambini. Si, in un certo senso l'educazione di un cane è come l'educazione di un bambino (mi si perdoni il paragone). Una volta che il cucciolo non sporca più in casa e non entra dove non deve entrare (tempo stimato: 10 giorni) occorre abituarlo al guinzaglio (non prima dei tre mesi). Per prima cosa mettetegli un collarino ne troppo stretto da fargli male e nemmeno troppo largo da sfilarsi. Sicuramente la prima volta che lo aggancerete ad un guinzaglio più che a un cane il vostro cucciolo assomiglierà ad una trota che ha appena abboccato. Inizierà a tirare a destra e a manca e vi si infilerà fra le gambe facendovi persino correre il rischio di cadere. Se poi provate a tirarlo, ed è quello che dovrete fare, lo vedrete impuntarsi sulle quattro zampe tenendo il posteriore basso per aumentare il baricentro e opporre la massima resistenza raschiando il terreno con le unghie e divincolando il collo. Tipo la doma di un cavallo selvaggio! Ma non preoccupatevi il tutto durerà poco e sempre con la dovuta pazienza in una settimana potrete portalo praticamente ovunque.
Anzi ogni volta che vi vedrà con il guinzaglio in mano sarà molto felice perché sa che è l'ora della passeggiata.
Essendo un animale gregario il cane è naturalmente portato all'obbedienza verso il suo padrone. Una inclinazione naturale che però deve essere educata e rinforzata in rapporto all' indole del cane o agli usi a cui è destinato. Il bassotto, in particolare, ha bisogno di un certo rinforzo in quanto, come tutti i cani da caccia, ha un temperamento sanguigno e difficilmente controllabile in presenza di selvaggina, gatti od altri animali. E' bene mostrarsi sempre molto decisi nei comandi per ricordargli che siete voi il capobranco. La cosa più importante e basilare da far capire al vostro cane è che quando voi lo chiamate lui deve immediatamente correre da voi, qualunque cosa stia facendo in quel momento.Sembra una cosa ovvia e scontata ma vi assicuro che molti padroni non sono capaci di ottenere questa elementare prova di obbedienza dal proprio cane e per questo potrebbero un giorno patirne le conseguenze. Ogni volta che lo chiamate e lui viene da voi, lo dovete accarezzare, dimostrargli che siete contenti e dargli un piccolo premio.
Nelle situazioni in cui non vi sentite sicuri o volete insegnargli di stare vicino a voi, tenetelo sempre a guinzaglio in modo che il cane impari che in quella determinata circostanza e luogo lui deve stare vicino a voi. Ricordate che il guinzaglio non è solo una specie di corda che trattiene il cane, ma è uno degli strumenti fondamentali per l'addestramento. Quando il cane ha imparato a camminare al guinzaglio dovremo insegnargli a camminare al "piede" cioè a camminare vicino al nostro piede senza sopravanzarci. Dopo questo comando insegneremo il comando "seduto " che consiste nel fermarsi e sedersi. Per facilitare l'apprendimento è opportuno rinforzare il comando "seduto"con una pressione sul posteriore del cane in modo tale da indurlo a sedersi. Ripetere più volte l'esercizio ricompensando sempre il cane ogni volta che lo esegue ( IL CANE DEVE SEMPRE TENERE LA POSIZIONE AL NOSTRO FIANCO NON DI FRONTE). Passeremo poi all'esercizio di stare seduto anche quando noi ci allontaniamo. Per le prime volte, consiglio di legare il cane, in quanto l'istinto a seguire il padrone è molto forte (ed é normale). Per le prime volte ci allontaneremo dalla vista del cane,dandogli l'ordine perentorio di "resta", solo per pochi attimi, poi aumenteremo il tempo di assenza e successivamente potremo farlo a "cane sciolto".
Spesso l’addestramento di un cane viene interpretato come una sorta di scuola per imparare a fare giochi, esercizi come per l’agility o lavorICome il cane poliziotto. Và detto che quello è una parte dell’addestramento. Lo scopo principale è più vicino ad una guida di educazione. Un cane ben addestrato è più controllabile in situazioni difficili, è meno propenso a farsi prendere dal panico ed è un modo per insegnare loro a convivere con umani e altri cani.
E’ importante che l’educazione avvenga sin da cucciolo (già a 2/3 mesi i cani apprendono in maniera rapidissima) ed inizi non appena il cane entra in casa nostra.
Uno degli aspetti fondamentali è stabilire subito la gerarchia del “branco”. Il cane deve identificare il padrone come capobranco. Questo si può fare con delle semplici azioni come, ad esempio, far mangiare il cane dopo di noi, uscire per primi dalle porte. Fate attenzione che nella famiglia tutti abbiano un ruolo
nell’educazione del cucciolo. Cercate di comportarvi tutti nella stessa maniera, evitate che alcuni siano più rigidi e altri più accondiscendenti o che un familiare, per esempio, impedisca al cane di salire sul divano e un altro lo permetta, questo disorienterebbe il cane che non saprebbe a chi dare retta (con il risultato di ascoltare solo chi asseconda i suoi desideri).